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Ah, normalità 28 febbraio 2009

Posted by chiaradavinci in egolalia, supercalifragilisti.
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Il corrispettivo del Moige inglese si è lamentato perché questo orripilante mostro innaturale, a quanto pare pure orrendamente competente e stranamente affabile, è stato incaricato di presentare un programma per bambini. Secondo l’associazione i giovani spettatori si sveglierebbero  in preda al panico, sconvolti dalla totale aberrazione del corpo della presentatrice, spingendo i genitori stessi ad affrontare temi non adatti alla loro età come l’handicap.

Invece i genitori italiani sono ben contenti che i loro figli abbiano superato da tempo la paura del diverso e del contrario (tutto, è chiaro, Lui ha scritto già tutto…), grazie al contatto quotidiano con l’abnorme e l’innaturale:

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un Pizarro scherzo del destino 27 febbraio 2009

Posted by chiaradavinci in egolalia, Inter (nazionale), supercalifragilisti.
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Nella mia carriera di interprete calcistica ho avuto modo di incontrare alcuni allenatori che forse il calcio non merita (penso soprattutto a Gigi Cagni, ma anche a Ralf Rangnik e Felix Magath). Con i calciatori (mi riferisco a quelli di rilevanza internazionale recente, perché in passato o in squadre non proprio di prima fascia le esperienze sono state splendide) ho avuto più sfortuna.

Uno solo si è comportato da vero e proprio Signore. Mi ha spostato cavallerescamente la sedia, mi ha presentato ai giornalisti in conferenza stampa, alla fine mi ha ringraziato pubblicamente, sempre chiamandomi per nome, e ha anche detto che il bambino che allora portavo in grembo era molto fortunato. E alla fine della partita, nonostante la sua squadra avesse perso e fosse stata eliminata, venne comunque a ringraziare il responsabile marketing della squadra ospite e l’inteprete per essere stati così gentili. Cosa che non fa mai male, è pur un gran bel ragazzo. Da ieri gli voglio ancora più bene:

Fisime 26 febbraio 2009

Posted by chiaradavinci in egolalia.
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Ho sognato che facevo un incidente con la macchina. Viaggiavo su una strada litoranea, la scarpata sulla sinistra, col mio maggiolone giallo scappottato. Un pazzo mi prendeva in pieno, precipitavo nel burrone e la mia unica preoccupazione era che indossavo i gambaletti.

Non chiedo molto 24 febbraio 2009

Posted by chiaradavinci in egolalia.
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giusto un paio di mesi stile

vispa1

Ignoranza canaglia 22 febbraio 2009

Posted by chiaradavinci in Internazionale.
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Soru aveva ragione anche su questo (segnalo sia il blog di Gennaro Carotenuto che quello di Alessandro Robecchi, un po’ di controinformazione intelligente non fa mai male).

Di uomini e posti (giusti e sbagliati) 2 19 febbraio 2009

Posted by chiaradavinci in Internazionale.
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Facciamo a cambio o compriamo una vocale?

Di uomini e posti (giusti e sbagliati) 17 febbraio 2009

Posted by chiaradavinci in Internazionale.
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Ha preso il 5% in più dei voti della sua coalizione, chi è che ha perso davvero?

Ha preso il 40% delle preferenze alle primarie, chi è che ha perso davvero?

Consiglio al presidente del consiglio al presidente 16 febbraio 2009

Posted by chiaradavinci in Inter (nazionale).
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Con tutti i soldi che ha, il presidente del Milan potrebbe pagare una persona che spieghi a  Inzaghi le regole del fuorigioco.

eccolo mentre attacca un pippone (ah ah ah) al guardalinee che lha colto per la 37a volta nel giro di dieci minuti nel suo habitat naturale
eccolo mentre attacca un pippone (ah ah ah) al guardalinee che l’ha colto per la 37a volta nel giro di dieci minuti nel suo habitat naturale

Il resto è vita.

Tubi tubi tubi T (nei denti) 13 febbraio 2009

Posted by chiaradavinci in egolalia.
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Una che da ragazzina mollava i fidanzati se il 14 febbraio le facevano i regali è normale che per San Valentino si prenda la mononucleosi. Recidiva. (Anonimo)

Vai col revisionismo (è di moda) 6 febbraio 2009

Posted by chiaradavinci in egolalia, traduzione.
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Gli ultimi lavori che ho consegnato e anche uno dei prossimi che consegnerò sono delle revisioni.

Per chi non è del mestiere, spiegherò che la revisione è la rilettura di una traduzione (col testo a fronte) effettuata da un collega, per evidenziare i punti in cui non torna la logica del discorso  (per esempio – e questo è un errore che ho fatto io – se un personaggio prima mette in moto la macchina e poi sale al posto di guida), in cui il traduttore può aver frainteso il testo (una volta ho fatto scivolare un grosso verme sul piede di un medico forense e se il revisore non mi avesse fatto notare che c’era scritto Form – la tall form dell’assassino – invece di Worm non mi sarei nemmeno chiesta perché poi questo verme si alzava in piedi in tutta la sua altezza) o in cui il linguaggio non è proprio dei migliori (i famosi omoteleuti che spaventano gli editori, le ripetizioni, le frasi arzigogolate, i troppi verbi modali – in italiano un optional – gli aggettivi possessivi in surplus, eccetera).

Ogni traduzione viene rivista e ciò per un traduttore competente può essere un grosso vantaggio (davvero è incredibile quante sviste si possono avere anche in un testo breve o quanti colpi ci si danno sulla fronte per non essere riusciti a trovare proprio quell’espressione ‘lì’ che si è cercata per ore), oppure una disgrazia. A me è capitato di vedermi togliere tutti i congiuntivi e i passati remoti dai dialoghi perchè ‘non fanno parlato’. Oppure di vedermi ritradurre alla lettera i giochi di parole che avevo impiegato ore a rendere in un italiano decente.

Però mi è capitato più spesso di stare dall’altra parte della barricata e di dover, munita di virtualissima penna rossa, fare le pulci al testo di qualcun altro. Certe volte è un vero piacere. Capita giusto di dare una pennellata qua, mettere un puntino sulla i là, suggerire, limare, ammorbidire, accordiare. In quei casi si impara molto. Altre volte è un supplizio, perché più che di una revisione si tratta di una riscrittura da capo, ci si perde un sacco di tempo, si viene pagati una miseria e soprattutto il nostro nome non compare da nessuna parte. Anche lì, però, si impara parecchio.

In genere gli errori di una traduzione possono essere: di battitura (una t per una r, una virgola per un punto, due virgole di seguito), terminologici (una cosa si chiama con un nome che non è il suo,  se il cacciavite a stella viene detto cacciavite a croce), di comprensione (quando, sebbene la frase sia grammaticalmente corretta, non si è capito il senso dell’originale), di resa (se si è capito il senso dell’originale ma non si è scritto in un buon italiano), di tono (per esempio se i dialoghi suonano legnosi, se l’italiano è troppo ricercato, se si fanno parlare dei contadini lombardi come un accademico della crusca oppure un accademico della crusca come un contadino lombardo, se si ‘sente’ troppo la lingua originale sotto). Poi ci sono gli errori stupidi, tipo trattare per tre pagine un fiume come se fosse una città (San Google in genere aiuta), sbagliare a copiare i nomi propri, non capire un’emerita cippa lippa del testo originale e non chiedere aiuto (al suddetto Santo, a un editor, a un collega, al budello di su’ ma’ vestito da vocabolario).

Il peggio del peggio si ha dalla combinazione e dall’intreccio continuo delle varie tipologie appena descritte. In genere in tali casi si tratta anche di traduzioni che mio marito, in inglese, definisce pair pair, ovvero alla stralettera. E in quei casi, davvero, verrebbe da chiedersi perché c’è chi continua a perpetrare questo bracciolatrocinio agricolo.

Pure il neomelodico tira parecchio...

Pure il neomelodico tira parecchio...

Le fotine, mi raccomando 5 febbraio 2009

Posted by chiaradavinci in metablog.
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Io non capisco la gente che non ci piacciono i crauti 4 3 febbraio 2009

Posted by chiaradavinci in viaggi e miraggi.
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E’ possibile che dobbiamo invidiargli anche i democristiani?

C’erano un italiano, un Germano e un francese… 1 febbraio 2009

Posted by chiaradavinci in un fascio di luce va dal proiettore.
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Finalmente dopo tanto tempo ho avuto il tempo di guardarmi un film. Voglio dire, non di vederne finire uno cominciato da ore prima di andare a letto e neppure di vederne iniziare uno subito dopo cena e abbioccarmi a metà.  No no, l’ho proprio scelto e visto dall’inizio alla fine ed era un bel po’ che non capitava. Siccome il film in questione era “Il mattino ha l’oro in bocca“, direi che avrei potuto pure aspettare ancora. Trama scontata, personaggi tirati via, una fine che non è una fine e un distacco verso il tarlo del gioco che non riesco proprio a vedere come una condanna.

L’unica cosa bella è che Elio Germano fa risultare simpatico anche Marco Baldini, di per sé meno antipatico solo di Fiorello. Lo consiglio giusto alle Germaniste accanite come me.

Qui invece qualcuno ha avuto parecchio da dire su un gran bel film. Francese, ma bello.