Scarpette ebree, comuniste, gay, nere, cinesi, down… 27 gennaio 2010
Posted by chiaradavinci in all you need is love.trackback
C’è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora
la marca di fabbrica “Shultze Monaco”
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald
servivano a fare coperte per i soldati
non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nella camera a gas
C’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald
erano di un bimbo di tre anni
forse di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono
C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole
di Joyce Salvatori Lussu ((Firenze, 1912 – Roma, 1998), scrittrice, traduttrice, partigiana.
ho letto questa cosa la prima volta da bambina, su un libro di lettura delle elementari di mio fratello.
non sono riuscita a staccarmene per giorni.
mi è sembrato che ci fosse concentrata dentro tutta la crudeltà del mondo, tutti i cattivi delle favole più cattive.
e poi ho capito che non erano favole, ecco. e sono diventata quella che sono.
ba’, io sono trent’anni circa che la leggo e la rileggo, e ogni volta piango.
uguale come calvin, solo che il libro di lettura era il mio. uguale come chiara, solo che coll’andar del tempo è peggio. (grazie chiare’)
l’ho appena riletta, tenendo in braccio la mia più piccola di due mesi che dorme, mentre i due fratellini di quasi sei anni e appena due se ne sanno tranquilli a fare gli ultimi giochi… e non ho parole che non siano lacrime trattenute!
Io per una volta non ho pianto, sarà l’ormone recalcitrante, ma una mazzata sul collo lo è stata uguale. Non la conoscevo, grazie per avermela fatta leggere.
Complimenti per il bel blog,
desidero invitarti a sbirciare nella mia scatola di latta: http://parolesemplici.wordpress.com/mytinbox/
Definisco il blog “In parole semplici” come “una scatola di latta virtuaculturale dove vengono custoditi pensieri, ricordi, immagini, suoni e semplici storie”
Mi farebbe piacere se un giorno partecipassi anche tu a questa iniziativa. Contribuirebbe così all’arrichimento di un progetto culturale internazionale.
Sono a tua completa disposizione per varie ed eventuali.
buona e semplice vita
josè
C) At any time we may refuse you the right to play through this web site.