jump to navigation

Ogni promessa è debito 30 settembre 2008

Posted by chiaradavinci in egolalia, meravigliose creature, traduzione.
41 comments
Sempre meglio che la foto di quattro traduttrici disperate, riprese (male). Così si evitano anche pericolose taggature (ditemi voi cosa mi tocca scrivere taggature).

Sempre meglio che la foto di quattro traduttrici disperate, riprese (orrendamente) mentre presentano un libro virtuale. Così si evitano anche pericolose taggature (guardate cosa mi tocca scrivere: taggature).

Sono appena rientrata da Urbino, considerata città ideale e associata ai valori dell’Umanesimo. A me invece, vuoi per via del cielo plumbeo che la ricopre in settembre, vuoi per le strade deserte e fredde a qualsiasi ora, vuoi per tutta quella pietra uniforme che la rende speculare e dedalica, è sempre sembrata l’ambientazione ideale per un thriller. Quello che sto per raccontarvi.

Mi trovavo a Urbino per partecipare alla sesta edizione delle Giornate della traduzione Letteraria, organizzata da Ilide Carmignani. Per chi non lo sapesse, Ilide è, tra le mille altre cose, la traduttrice ufficiale di Luis Sepúlveda. È un po’ colpa loro se adesso esistono una davinci’s family e un marlonbrando, se faccio la traduttrice e, indirettamente, se esiste egolalia. Sarebbero tutte storie interessanti, ma oggi devo parlare d’altro.

Ho incontrato una volta Sepúlveda alla Fiera del Libro di Francoforte. Nel dedicarmi un suo libro, scrisse “No te olvides de sonreir”, ossia “Non dimenticarti di sorridere”, e aggiunse a voce “…porque lo haces de manera estupenda”. Sorvolando sul fatto che Sepúlveda è un gran figlio di buona donna e che ci prova con qualsiasi essere respirante di sesso vagamente femminile, il complimento è stato apprezzato, soprattutto  da chi fa del bicchieremezzopienismo una filosofia di vita. Quella del sorriso è una gran bella  storia,  ma per il momento la lasciamo lì.

Dicevamo che sono appena tornata dalle Giornate della Traduzione Letteraria. Non era la prima volta che partecipavo all’evento, vi avevo preso parte già nel 2005. Allora solo come uditrice,  stavolta  anche in qualità di relatrice. In entrambe le occasioni Urbino ha segnato un momento di svolta. Nel 2005 avevo appena frequentato il corso della BCLT di Norwich, dove conobbi Featheryca ed elleeffe e presi coscienza del fatto che da grande volevo fare la traduttrice letteraria. Tornata da Urbino entrai pure nel vortice-Marlonbrando (nato esattamente nove mesi e una settimana dopo), però questa è un’altra storia, e ve l’ho già raccontata un sacco di volte.

La mia seconda partecipazione alle Giornate avviene invece poco dopo l’uscita del la mia prima traduzione letteraria (ehm, letteraria, sì), in concomitanza con il lancio de “Il mestiere di riflettere. Storie di traduttori e traduzioni”, cui ho inspiegabilmente preso parte. Anche questo è un argomento da non tralasciare, ed è probabile che gli dedichi una puntata futura di Blu Notte un post a venire.

In entrambe le occasioni ho ritrovato colleghi speciali e conosciuto persone che bazzicano questo ambiente a vario titolo e che si sono rivelate all’altezza. Bella gente che mi ha fatto pensare e ridere insieme. Risate spensierate e allegre, risate riflesse e anche qualche risata thoughtful (si sente, eh, che ho appena finito di tradurre una biografia di Woody Allen?).

Siamo all’ultima sera della mia ultima permanenza a Urbino. Sto rientrando in albergo insieme alla mia compagna di stanza, che qui chiameremo Chmp**, e  a due nostre nuove amiche. Chmp** è un vulcano di idee dalle vocali larghe e dal caschetto sbarazzino ed è la responsabile unica del mio viaggio in terra marchigiana. Ci accompagnano una scrittraduttrice col naso all’insù e un’allitterante  insegnante ispanista, bionda, che non ha ben chiara la differenza tra fiori e frutti. Per le strade sampietrine di Urbino pioviggina, abbiamo solo due ombrelli e siamo costrette a stringerci un po’. Terreno scivoloso, circa mille spettatori sugli spalti. Espulso al 36′ Beccalossi. La scrittraduttrice rallenta, si sofferma, guarda me e Chmp** con aria misteriosa e annuncia: “Devo farvi una richiesta particolare…”

Il bravo noirista qui creerebbe un po’ di suspance, terrebbe tutti col fiato sospeso e poi farebbe succedere qualcosa. Siccome io sono negata, lascio che i miei lettori risolvano il giallo da soli. Qualche indizio c’è: cosa avrà mai chiesto la scrittraduttrice?

Il primo che indovinerà riceverà in premio una copia del “Mestiere di riflettere”, libro  in uscita, che verrà presentato sabato 11 ottobre al Pisa Book Festival.

Passerà, come acqua lungo un fiume 22 settembre 2008

Posted by chiaradavinci in egolalia.
13 comments

È un periodaccio. E quando dico un periodaccio intendo uno di quelli che non puoi nemmeno dire “meno male che ogni tanto ne arriva uno, così posso apprezzare meglio i bei momenti”. No, stanno succedendo cose che non hanno senso, si vedono troppi crisantemi, troppi legni, troppe croci. Troppe small talks dove non ci vogliono, troppi ultimi saluti, peluche sprecati.

Il bicchiere tornerà mezzo pieno, lo so, però è davvero un periodaccio.

Ero lì che pensavo che il 2008 è bisestile, e come dicono i vecchi anno bisesto, anno funesto. Sì, davvero funesto, pensavo, quando ho visto marlonbrando intrecciarsi nel pigiama. Si era pestato l’orlo di una gamba del pantalone e non riusciva a far uscire il piede. Si è arrabbiato, ha cacciato un urlo, è caduto per terra sbattendo la faccia. Poi ha tirato su la testa e si è messo a ridere. Rideva di cuore, a occhi chiusi, e non riusciva a smettere. Rideva a singhiozzi, tanto che hanno iniziato a scendergli le lacrime. Rideva, rideva e rideva.

Bravo bambino mio, bisogna ridere, ridere finché si può, ridere di tutto, soprattutto di se stessi. E mi fa quasi paura notare che tu l’hai già capito.