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Allacciate le cinture 9 giugno 2008

Posted by chiaradavinci in viaggi e miraggi.
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Tempo di viaggi (degli altri) e tempo di riflessioni sui viaggi.

Ieri pensavo a quanto sono assurde le norme sulla sicurezza in aereo. Una cosa che non ho mai capito è perché vietano di portere sugli aerei le pinzette per le sopracciglia e i tagliaunghie (apriamo un dibattito: forse il terrore per i tagliaunghie è una malattia endemica dei piloti d’aereo? Ce lo vedete un estremista a caso entrare in una cabina di pilotaggio e minacciare tutti quanti brandendo una pinzetta per le sopracciglia?) se poi ti servono il pranzo con coltelli e forchette.

La prima volta che ho viaggiato con marlonbrando abbiamo fatto scalo a Londra. Ancora non erano in vigore tutte le norme palloccolose che sono state introdotte nel 2007 e noi siamo partiti da Pisa in perfetto stile famiglia felice. Arrivati a Heathrow ci è stato requisito immediatamente il thermos con l’acqua calda per il biberon (marlonbrando aveva tre mesi, dovevo dargli fish and chips?), poi un’efficiente quanto brutta responsabile della sicurezza mi ha gridato in faccia, indicando il mio bagaglio a mano: “You have cosmetics in it!” Le avrei risposto volentieri: “Oh gosh, no no no, really? Mi ce li deve aver messi qualche poliziotto pisano corrotto quando ho girato l’occhio.” Dopo avermi requisito ben due campioncini di crema idratante dell’Erbolario (a base di fulmicotone biologico non testato sugli animali) e un lucidalabbra rosa semicremoso con i brillantini del Body Shop (contenente nitroglicerina equa e solidale), mi ha guardato di un male, ma di un male che ho pensato che probabilmente aveva il marito impotente.

Per me si esagera, o forse le hostess vogliono essere le uniche ambasciatrici di bellezza a 12.000 metri d’altitudine.

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Commenti»

1. meeshell - 9 giugno 2008

Qualche mese fa ho preso un aereo Roma-Milano. Giunta alla fila per i controlli, uno dei tipi della sicurezza mi fa: “Non ha liquidi, vero?”; io, in afflato di sincerità motivato dall’alzataccia alle 5, rispondo: “Be’, non saprei, il mascara è considerato un liquido?” “Veramente sì, comunque lei provi a passare lo stesso…”
E infatti sono passata senza problemi; forse ai controlli lo sapevano già che il mio mascara fa un sacco di grumi, e che considerarlo un liquido sarebbe stato un abuso linguistico.

2. amos singarella - 9 giugno 2008

Salve,
Mi chiamo Amos e ho iniziato questa settimana a lavrare per linklift – compagnia di Berlino che si occupa di spazi publicitari. Mi chiedevo se eravate interessati ad far soldi mensili mettendo dei link nel vostro sito.
Grazie per l ‘attenzione,
Cordiali Saluti,
Amos Singarella

3. lettrice - 9 giugno 2008

io mi sono arresa, sai?
di ritorno da non so più quale viaggio, a fiumicino mi fecero buttare la bottiglietta dell’acqua. passati i controlli, ovviamente, ne comprai un’altra (sai puliti dentro e belli fuori e vitasnella forever?). ecco. ma soprattutto, di ritorno da parigi, mi hanno pure fatto togliere le scarpe. in quel momento mi sono pentita di essere una che si lava spesso e volentieri. giuro che avrei tanto preferito avere delle armi chimiche al posto dei piedi per impestare tutto l’aeroporto cdg!!!

4. federica - 9 giugno 2008

e la fotografia dell’iride dove la mettiamo? e il questionario che ti danno quando vai in america, in cui ti chiedono se hai con te sostanze stupefacenti o se sei mai stato condannato per terrorismo, con apposite caselle sì/no?

ps: nello spazio vuoto ci vedrei bene la nostra cara vecchia filippussis

5. federica - 9 giugno 2008

ps: pensavo che singarella fosse il parto della fantasia di qualcuno. poi ho visto che esiste sul serio.

ma uno che ha iniziato questa settimana a “lavrare” e ti chiede se sei interessata “ad far soldi mensili” non può scrivere su un blog frequentato da traduttori con la fobia dei doppi spazi e correttori di bozze a caccia di d eufoniche abusive. è un suicidio.

6. chiaradavinci - 9 giugno 2008

meeshel e lettrice, a me la penultima volta che sono tornata da Berlino fecero togliere gli stivali. non contenti, mi trasferirono in una sala a parte, mi chiesero di spogliarmi e mi lasciarono in mutande. a quel punto svelai loro che ero incinta, e dissi che sarei stata molto contenta se mi avessero fatto un’ecografia di controllo. erano tedeschi, non capirono l’ironia e si affrettarono a precisare che quello non era uno dei loro compiti.

feather, a me di quei questionari ha sempre fatto ridere la domanda “avete fatto voi la valigia?”. mi verrebbe sempre da rispondere “di solito incarico il mio spacciatore-contrabbandiere di fiducia, ma stavolta era occupato”.
filippoussis, ah, che dolci ricordi… que sweet erinnerungen, s’il vous plait, efkaristò.
ho pensato molto a quell’interesse ad far soldi mensili. diciamo che dipende da quanti. se mi danno diecimila euro al mese faccio mettere loro anche un bel link al sito della raccolta di firme per la beatificazione di Moggi.

7. Michè - 9 giugno 2008

Sì, spesso non sono soltanto assurde, ma anche inutili. In un reportage di una rete francese che ho visto di recente, il responsabile della sicurezza dell’aereoporto Paris CDG ha ammesso di organizzare periodicamente delle infiltrazioni (c’è gente pagata per provare a superare i controlli, pur trasportando materiali pericolosi o non ammessi). Se la mia memoria è buona, soltanto il 20% di queste è intercettata (insisto: se la mia memoria è buona; cifra da prendere con le dovute riserve dunque). In altre parole, tutte quelle norme servono soprattutto a rompere le scatole ai passeggeri normali, a fare venir loro la psicosi della minaccia terrorista sempre incombente e a dare l’impressione che comunque è stata fatto qualcosa per contenerla.

8. Mammamsterdam - 9 giugno 2008

Meglio la sicurezza ad Israele, dove la sorellina della mia amica in partenza per Milano si è scordata in aeroporto la busta con i biscottini della nonna. “Avranno bloccato tutto” a sospirato sua sorella riattaccando, che l’aveva chiamata apposta.

A me invece a Roma un controllore simpatico mi ha fatto passate un barattolino di lampascioni sott’olio che mi avevano regalato last-minute quando ha visto che in una pseudo borsa congressuale trasportavo una pagnotta da due kg. di pane di Ofena, i tarallucci e svariate altre cose di casa, che io già mi vergognavo ad aprirla, e per giustificarmi ho confessato: “Mi comprenda, vivo in Olanda e ho due bambini da far mangiare come si deve”.

Mi ha compresa.

Poi Chiara, ma stai scherzando? Le pinzette per le unghie gliele potresti ficcare negli occhi, non ci pensiamo? e chi o fa atterrare poi l’aereo, il pilota automatico?

9. Flores - 10 giugno 2008

Una volta a Londra un controllore ha confiscato una pistola giocattolo a un bambino, una di quelle blu fosforescenti ad acqua che fanno le lucine che più giocattolo non si può…il bambino ci è rimasto proprio malissimo e questo controllore che non faceva altro che dire “I’m sorry, I’m sorry….” ma intanto buttava tutto! Quando è arrivato il nostro turno mi hanno spulciato – giuro – dentro ogni pagina delle commedie di Shakespeare (e io che avevo scelto quel libro in onore alla terra in cui andavo!), e il mio amico-collega e me lì…”Yes it’s true….books are very dangerous!” In compenso, mio padre all’aeroporto di Lima ha fatto una foto alla scatola delle cose confiscate…c’erano una cesoia, un bullone con la testa di 15 centimetri e pure un machete!!

10. chiaradavinci - 10 giugno 2008

Michè, a proposito di Francia e sicurezza, ho appena scoperto che il Ministero per la Cultura francese (grazie Audrey) censura egolalia per i suoi contenuti a sfondo sessuale.

Barbara, se è per questo negli occhi di un pilota si possono infilare anche delle penne a inchiostro liquido, ma non credo che le requisiscano (almeno per ora). E poi, ripeto, perché poi ci servono il pranzo con forchette e coltelli?

Flo’, mi dispiace tantissimo per il bambino, però, conoscendoti, mi sa che i sospetti su di te erano comunque fondati. Tu sei una contrabbandiera di pensieri esplosivi reiterati.

11. Michè - 10 giugno 2008

Questa dovresti spiegarmela. Coincidenza: ieri da me ho parlato proprio dell’ultima genialata del Ministero della Cultura francese. Detto tra noi, sospetto che ti abbia censurata perché sei una traduttrice umana.


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